spirito
“Che scorrano la giustizia e
la pace” è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato
dalle parole del profeta Amos: «Come le
acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne». Questa
espressiva immagine di Amos ci dice quello che Dio desidera. Dio vuole che
regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di
Dio come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica. Questa giustizia deve
emergere laddove è necessaria, non nascondersi troppo in profondità o svanire
come acqua che evapora, prima di poterci sostenere. Dio vuole che ciascuno
cerchi di essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere
secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in
pienezza. Quando cerchiamo prima di tutto il regno di Dio, mantenendo una
giusta relazione con Dio, l’umanità e la natura, allora la giustizia e la pace
possono scorrere, come una corrente inesauribile di acqua pura, nutrendo
l’umanità e tutte le creature.
In questo Tempo del Creato, soffermiamoci su questi battiti del
cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito
del cuore creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono
insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a
questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle
vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa
insensata guerra al creato.
Vediamo gli effetti di questa guerra in tanti fiumi che si stanno
prosciugando. «I deserti esteriori si
moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi»,
ha affermato una volta Benedetto XVI. Il consumismo rapace,
alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta.
Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle
piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie
stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile.
Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della
pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come
Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a
pullulare di vita? Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che
governano le nostre società.
Per prima cosa, contribuiamo a questo fiume potente trasformando i
nostri cuori. È essenziale
se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione. È la “conversione ecologica”
che San Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro
rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da
sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore.
Rendiamoci conto, poi, che un approccio d’insieme richiede di praticare il
rispetto ecologico su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e
di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi.
Quanto alla prima di queste dimensioni, Benedetto XVI ha
individuato un’urgente necessità di comprendere che Creazione e Redenzione sono
inseparabili: «Il Redentore è il Creatore
e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza – di Creatore e di
Redentore – togliamo valore anche alla Redenzione». La creazione
si riferisce al misterioso e magnifico atto di Dio di creare questo maestoso e bellissimo pianeta
e questo universo dal nulla, e anche al risultato di quell’azione, tuttora in
corso, che sperimentiamo come un dono inesauribile.
In secondo luogo, contribuiamo al flusso di questo potente fiume
trasformando i nostri stili di
vita. Partendo dalla grata ammirazione del Creatore e del creato,
pentiamoci dei nostri “peccati ecologici”. Questi peccati danneggiano il mondo
naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della
grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili.
Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte
economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si
trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione
di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile
delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i
rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono
ecologicamente e socialmente responsabili.
Estratto dal discorso di Papa Francesco
Roma, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 2023